sabato 8 marzo 2008

La religione è pericolosa!

Anche ieri l'ennesima strage in Israele, un attentato suicida contro una scuola rabbinica. A Gaza i palestinesi hanno festeggiato:

La notizia dell'attentato è stata accolta con fuochi d'artificio nella Striscia di Gaza: centinaia di persone sono scese in piazza sparando in aria raffiche di mitra in segno di festa. Un portavoce di Hamas, pur senza rivendicare l'attacco, ha detto che "questa è la risposta naturale contro l'aggressione sionista compiuta sul popolo palestinese, e non sarà l'ultima". (fonte: Repubblica)

Ora, sono sempre più convinto, anche a causa di queste atrocità assurde, che la religione sia pericolosa, deleteria, o nel migliore dei casi inutile.
La stessa situazione si riscontra nell'Irlanda del Nord, in Afghanistan, in Iraq, in Iran, in Africa, ecc... Che sia il vero motivo (come in Palestina) o un mero prestesto, senza religione ci sarebbero molti meno problemi nel mondo. Nessuno si schianterebbe con un aereo di linea contro un grattacielo se non fosse convinto al 100% che dopo la sua (inutile) morte si apriranno per lui le porte di un paradiso, una vita eterna di gloria per aver ammazzato altre persone che, per il semplice motivo di essere nate in un'altra parte del mondo, sono protestanti piuttosto che musulmane!
Ecco perchè secondo me è importante:
  1. Svelare tutte le contraddizioni interne alla religione e all'idea stessa di dio, e
  2. cercare di ridurre alla sola sfera PRIVATA la religione.
Sorge però una questione: è possibile argomentare una qualsiasi critica alla religione come fenomeno storico, politico, sociale, psicologico, culturale? E’ possibile una critica alle gerarchie religiose o ai credenti quando attuano comportamenti discriminatori o contrastano la diffusione delle conoscenze? Oppure vige la classica logica italica (con chiare sfumature elettoralistiche) del “gioca coi fanti, ma lascia stare i santi” a prescindere? Oppure qualsiasi cosa detta diventa automaticamente “becero anticlericalismo”, “ateismo sghignazzante”, “laicismo insano”? Dove finisce il rispetto dovuto e dove inizia la sottomissione, l’omertà acritica, tesa a mille accorgimenti per non “ferire” la sensibilità (abbastanza suscettibile, invero) dei credenti? (fonte: UAAR)

Secondo me non c'è questo confine. Una proposizione logica (tolti i vuoti giochi di parole) o è falsa o è vera, un'ipotesi scientifica può essere convalidata o smentita; se non si può decidere è meglio non pronunciarsi. L'argomento è comunque vasto e complesso e ne riparlerò sicuramente più avanti in modo più esteso. E' comunque inutile (ho ormai appurato) cercare di discutere con i veri credenti, che sono i fondamentalisti, perchè sono persone che hanno ormai spento il cervello e sospeso il giudizio, la RAGIONE.
Il mio scopo è quello di far dichiarare coloro che di fatto sono atei ma, o non lo sanno, o non lo dicono per paura del giudizio altrui o per convenienza sociale, ma non hanno ancora smesso di ragionare, che sono secondo me (e alcuni sondaggi e considerazioni generali lo supportano) la maggioranza in Italia.

"Se crediamo a cose assurde, commetteremo delle atrocità."
Voltaire

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